La Società delle strade con la memoria corta: “Facciamo lavori che il Comune non può fare” ma per anni ha impedito anche gli asfalti e dimentica di essere soggetto attuatore deciso al tavolo prefettizio nel 2020 (con 3 milioni della Protezione Civile). Impalcature da 28 mesi, dovevano restare 180 giorni
TERAMO – Per giustificare una clamorosa inefficienza organizzativa e burocratica, l’Anas, toccata nel vivo dal pessimo ritorno di immagine derivato dal giustificatissimo timore legato alla lesione comparsa sul piano stradale di Ponte San Gabriele e segnalata da un passante, si lancia in una polemica politica: invece di scusarsi per la lentezza dei lavori, già sollecitati in corso d’opera, diffonde una nota che, piuttosto che essere tecnica, diventa un attacco all’amministrazione comunale.
Precisando “che non si tratta di un’opera stradale di competenza Anas, ma fa parte della viabilità comunale ed è gestita dal Comune di Teramo” e che “Anas sta effettuando gli interventi di riparazione dei danni provocati dagli eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia nell’agosto del 2016, interventi che l’Amministrazione comunale non poteva eseguire“, nell’Azienda proprietaria delle strade dimostrano di aver la memoria molto corta. I lavori sul Ponte dello ‘stradone’ sono stati appaltati dall’Anas come soggetto attuatore e con Fondi della Protezione Civile trovati dal Comune (3,040 milioni di euro), come deciso al tavolo in prefettura, tre anni fa, alla presenza dell’allora prefetto Patrizi. Quella riunione sancì la definitiva soluzione del dilemma di chi fosse la proprietà del viadotto sul Vezzola, rimpallata per anni tra Anas e Comune. Un inghippo burocratico che per anni aveva impedito qualsiasi intervento anche soltanto di rifacimento dell’asfalto ammalorato da decenni, e che l’amministrazione D’Alberto aveva affrontato da subito per rimuoverlo.
Perché oggi impropriamente l’Anas ‘rinfaccia’ questo appalto ben sapendo di essere soggetto attuatore? I lavori, è bene ricordarlo anche agli smemorati, sono cominciati nell’agosto del 2020 e ad oggi non sono terminati, tanto che la stessa Anas è costretta ad ammettere che la “fessurazione riscontrata sul piano viabile nel pomeriggio di lunedì 2 gennaio 2023, ha riguardato i soli strati di pavimentazione in corrispondenza della zona di un giunto che verrà realizzato in una fase successiva ai lavori già in corso“. Noi lo avevamo già spiegato ieri: il giunto di sottopavimentazione non c’è perché non è stato ancora completato il lavoro sulle pile e sugli appoggi. Secondo Anas perchè ha soddisfatto le richieste (leggasi: mezza dozzina di solleciti) che il Comune ha avanzato “di temporanea riapertura al transito del viadotto”. Capito? Sennò il Ponte San Gabriele ad oggi sarebbe ancora chiuso (è stato riaperto al traffico il 5 ottobre 2021…).
Ma questi lavori quando finiranno? E’ la stessa Anas a fissare una data, dopo aver illustrato gli interventi previsti dall’appalto: “entro il mese di luglio 2023 al netto della parti d’opera che non potranno essere eseguite per la presenza di interferenze ancora non rimosse o fatte rimuovere dal Comune di Teramo”. Ancora, come se il problema siano le interferenze minime al cantiere. Sta di fatto che i lavori da tempo sono fermi e spesso hanno visto all’opera due o massimo tre operai, sulle impalcature al di sotto del viadotto. Non c’è che dire: altrove, ponti ben più impegnativi sono stati riconsegnati in un tempo più breve.
Ad oggi sono 28 mesi di cantiere: l’appalto prevedeva al massimo 180 giorni di lavori.